Durante le ultime vacanze scolastiche, siamo riusciti finalmente a viaggiare come da tanto tempo non facevamo, noi quattro, per puro piacere di visitare posti nuovi, passare del tempo insieme e riposarci allo stesso tempo.
Dove andare? Da quando siamo a poche ore dall’Europa e in una città in cui volano la maggior parte delle low-cost, le possibili destinazioni si sprecano. Per la prima volta, dopo tanti anni, abbiamo l’imbarazzo della scelta a prezzi umani e senza troppe ore di volo (per dire, da Marrakech si arriva a Malaga con meno di un’ora).
Eppure abbiamo scelto il Marocco, questo paese che ci ha accolto l’anno scorso e che avevamo voglia di scoprire, ovviamente. Sarebbe come per uno straniero vivere a Firenze senza mai aver mai colto l’occasione di fare una scappata a Roma, Napoli o Torino!
Abbiamo scelto il Marocco e, nei limiti di una vacanza con due bambini, lo abbiamo un po’ scoperto. Ai miei occhi si è svelato un paese dalle mille facce, dai mille sguardi, architetture, stili di vita, paesaggi diversi.
Il nostro percorso è stato da Marrakech, Rabat, Tangieri, Chefchaouen, un brevissimo passaggio per Fes e infine qualche giorno in montagna a Ifrane, la “Svizzera del Marocco” (dove i miei bambini hanno visto la neve per la prima volta!). Al ritorno, un piccolo break per pranzo a Casablanca, che avevamo già visitato.
Dall’ocra di Marrakech al bianco, al blu, alle montagne e alla neve, ai chilometri in autostrada costeggiati da campi verdi. Il Marocco è tante cose insieme.
Se mi soffermo sulle grandi città, mi rendo conto che, come del resto in molti altri paesi, non potrebbero essere più diverse.
A Marrakech guidare è un’esperienza immersiva in una realtà da video gioco, con rotatorie non rispettate, asinelli e carretti, camioncini carichi di bombole di gas (esatto, niente gas di città!) e umanità varia che attraversa al momento sbagliato, nel punto sbagliato, ma soprattutto un esercito di motorini impazziti sui quali si può trasportare tutta una famiglia. La Medina è un continuo vociare, un continuo sentirsi chiamare per acquistare, contrattare, chiacchierare.
Rabat è la capitale, la sede del governo e di Sa Majesté. La città del potere. A Rabat tutto fila dritto, tutti rispettano le regole della strada, sono tutti molto composti, educati, ma forse un po’ freddi. Si dice che a Rabat vivano le grandi famiglie marocchine, quasi in un circuito chiuso, le famiglie che hanno da sempre avuto incarichi importanti e fondato questo paese in tempi moderni. A Rabat, incredibilmente, quando ti avvicini per guardare una sciarpa o un piatto… ti lasciano guardare, e non si avvicinano fino a che non hai chiesto informazioni. Un bagno di calma.
Casablanca è una follia di traffico, gente di fretta, uffici e banche. La città del business, la più grande e trafficata del paese, dominata dalla Grande Moschea Hassan II, costruita lì proprio per dare, a detta della guida che ce l’ha fatta visitare, una sorta di “ricompensa” artistica e turistica.
Tangieri è la mia bella fricchettona, con la sua città vecchia bella da piangere, l’incontro fra Oceano e Mare, le sue coste meravigliose, ma anche la sua attività, i suoi palazzi. Forse la più europea. Del resto, si trova a pochi km di mare dalla Spagna. Il francese è sostituito molto spesso da spagnolo e inglese. Partendo da una Marrakech che più francofona non si potrebbe, mi sembrava di essere atterrata in un altro paese, nella vita di prima: quella in cui ai turisti ci si rivolge in inglese.
Ho amato tutto, fino all’ultimo angolo di strada, l’ultimo gatto steso al sole, l’ultima briouate mangiata. Insomma, il Marocco mi è entrato dentro, mi ha fatto riflettere, mi ha dato il cosiddetto “food for thought”, e non c’è cosa che io ami di più.
Prossima missione? Un giro a Fes e Meknes, due delle antiche capitali.
E a voi, quale città del Marocco incuriosisce di più?
Veronica, Marocco
Fez the old capital of Morroco, a very nice place